La Salernitana nello scorso campionato ha compiuto un miracolo frutto di mentalità, coraggio e programmazione. Un approccio disruptive, come disruptive, impressionante, fuori dagli schemi e dalle possibilità ordinarie, è stato il risultato di salvarsi. Abbiamo scelto di affiancare la Salernitana per questo.
Ogni azienda come questa squadra, ha dentro di sé le risorse per esprimersi al meglio ma non sempre riesce a valorizzarle proprio perché mancano questi ingredienti: mentalità, programmazione e coraggio. Il coraggio poi è l’elemento fondamentale per innovare e senza innovazione non c’è neppure impresa. Lo diceva Schumpeter, lo ricordiamo noi, lo ha dimostrato la Salernitana.
Esaltare il talento senza dimenticare il gruppo perché un’azienda è fatta di individualità ma soprattutto di equilibri collettivi. E il collettivo lo trascina l’imprenditore con i suoi manager: è il capitano della squadra l’ultimo ad abbandonare la nave ed a guidarla anche quando il mare è in tempesta. E’ stato così l’anno scorso quando tutto sembrava andare a fondo ma la squadra ha seguito i suoi condottieri, Mister Nicola ed il presidente Iervolino, ed alla fine ha raggiunto quello che solo loro, i visionari alla testa del gruppo, riuscivano a vedere.
Non ci sono risposte valide per tutte le aziende, soluzioni omologate, prefabbricate da utilizzare in ogni frangente. Spesso il miglioramento è frutto del caso, anche della sconfitta, della capacità di scovare gli errori ma pure punti di miglioramento per crescere. Questa non è fortuna, questo è metodo, visione, convinzione.
Nello scorso campionato, dopo le tre sconfitte con l'Inter, il Torino, la Roma (immeritata), sembrava tutto finito per la Salernitana. Solo due cose tenevano acceso il lume sottile della speranza: la matematica e la visione dell'allenatore. Tutti vedevano l'abisso, Nicola invece ha visto oltre, vedeva in quei numeri, nelle statistiche, miglioramenti progressivi.
Visione e creatività come la scelta di giocare con tre registi: uno in mezzo al campo (il giovane Bohimen), uno arretrato Radovanovic, ed un altro arretratissimo, il portiere Sepe. Non a caso nello staff tecnico c’è come preparatore dei portieri Rampulla, il primo portiere a segnare un gol in serie A. Con le stesse risorse, 11 giocatori, se ne utilizzava uno in più nella costruzione del gioco: efficienza ed efficacia, innovazione.
Anche nelle aziende è così: a volte i numeri sono impietosi ma all'interno è possibile scovare spazi di crescita, fessure dalle quali si scorge una luce: ma ci vuole la scintilla! E’ necessaria visione e spesso anche fede. La fede in quello che si fa appartiene a tutti i capitani d'azienda, a tutti i grandi allenatori, a questa Salernitana!
Portiamo in giro in tutta Italia i nostri professionisti, formatori e consulenti, valorizzando il più possibile le nostre origini. Salerno è la nostra città ed oggi abbiamo qualcosa in più da portarci dietro come bandiera, oltre alle innumerevoli risorse storiche, paesaggistiche, gastronomiche, il vessillo della squadra di calcio, orgogliosi di questo secondo anno in serie A.
Per questo abbiamo deciso di affiancare la società quest’anno, perché il suo modo di agire ci appartiene ed appartiene a tutte le imprese clienti che con noi abbracciano percorsi di miglioramento continuo. Le aziende sono come delle squadre e noi i loro allenatori.
Lo dice anche il nostro slogan: Gruppo Iovine, l’allenatore della tua azienda!