L’Italia da sola detiene il 40% delle coste balneabili d’Europa, un immenso molo in mezzo al Mar Mediterraneo che però non sempre riusciamo a valorizzare. Per la verità il nostro Paese spesso se ne cura molto poco di questo suo patrimonio naturale come dimostra anche lo stato delle spiagge, spesso esempio di degrado ambientale.
E per fortuna si moltiplicano le iniziative per tenere puliti gli arenili.
Ma c’è un modo di godere il mare bypassando le spiagge: gli alberghi nautici diffusi, una possibilità nuova di fare la vacanza, almeno per l’Italia.
Il format vede trasformare le barche in camere d’albergo: ogni barca nel porto diventa una unità ricettiva ed ovviamente ci sono stanze per tutte le tasche, dalle soluzioni più economiche alle suite extralusso. Una barca come se fosse la camera di un hotel, con tutti i servizi accessori a quelli di bordo messi a disposizione dal porto. La differenza con il charter nautico e che non si pernotta in rada ma ormeggiati in banchina! Infatti, non bisogna confondere l’albergo nautico diffuso con un charter nel quale si noleggia l’imbarcazione per fare delle crociere più o meno lunghe. In questa formula la “struttura alberghiera” che ospita il turista, rimane a terra e non ha personale a bordo per la navigazione.
Ovviamente si dà anche la possibilità ai turisti di uscire in mare ma come se fosse una gita extra.
Con 1.000 barche, si produrrebbe un giro d’affari di 150 milioni di euro all’anno secondo le statistiche di Assonautica. Un settore insomma che può dare grosse soddisfazioni anche innescando sinergie con altri comparti, come l’ "industria dei matrimoni”, per es. con il Sail wedding!
Si tratta di soluzioni nuove per l’Italia mentre in Grecia e Turchia costituiscono realtà consolidate che hanno un enorme impatto sul turismo.
In Italia si è mossa la Sardegna che fa da apripista ma anche altre regioni si stanno attivando, come per esempio la Puglia, per strutturare questa forma originale di turismo.
In Croazia sono circa 6.000 le imbarcazioni destinate a questa innovativa forma di turismo esperienziale green e sostenibile, il che dimostra che c’è ancora tanto da fare in questo business per noi italiani, anche attingendo alle misure pubbliche che agevolano la creazione di nuove imprese.
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